Come
un imputato innocente alla sbarra…
di San Luigi M. Grignion de Montfort
[61]…appena un predicatore, pieno della parola e dello Spirito di Dio apre la bocca,
tutto l’inferno suona l’allarme e muove cielo e terra per difendersi. Comincia allora
una sanguinosa battaglia tra la verità, che passa attraverso la bocca del
predicatore e la menzogna che esce dall’inferno; tra quegli uditori che, per mezzo
della loro fede diventano amici di tale verità e quelli che per la loro incredulità
diventano seguaci del padre della menzogna.
Un predicatore di tale tempra divina con le sue parole di verità anche se
dette con semplicità, muove un’intera città e tutta una provincia per
mezzo della guerra che vi suscita. Essa è la continuazione del terribile combattimento
che si accese in cielo tra la verità di S. Michele e la menzogna di Lucifero,
ed è un effetto della inimicizia che Dio stesso ha messo tra la stirpe predestinata
della Vergine Santa e la razza maledetta del serpente.
Non bisogna dunque meravigliarsi della falsa pace in cui sono lasciati predicatori
alla moda, né delle strane persecuzioni e calunnie, mosse e lanciate contro
i predicatori che hanno ricevuto il dono della parola eterna. Tali devono essere
un giorno tutti i figli della Compagnia di Maria, annunciatori della buona novella
con grande forza.
[64]… Un buon predicatore deve considerarsi sul pulpito come un imputato innocente
alla sbarra per sopportare senza vendicarsi i falsi giudizi di tutto un uditorio
spesso maldisposto verso di lui. Deve soffrire le censure dei sapienti orgogliosi
che interpretano male le sue parole, le beffe dei cattivi che deridono e disprezzano
la sua persona ed infine le calunnie di tutto il popolo. Deve far consistere la forza
del suo zelo non soltanto nel predicare con vigore, ma anche nel sopportare come
una roccia tutte le tempeste, senza cedere né agitarsi più di tanto,
lasciando alla verità che egli annuncia e che naturalmente genera l’odio,
l’incarico di liberarlo dalla menzogna: la verità vi farà liberi. Questa,
prima o poi, lo fa sempre purché la si lasci agire.
[65 ] Infine i missionari devono ricordare che Gesù Cristo li manda come gli
Apostoli quali agnelli in mezzo ai lupi. Devono perciò imitare la dolcezza,
l’umiltà, la pazienza e la carità dell’agnello per cambiare, con tale
atteggiamento divino, i lupi stessi in agnelli.
testo tratto da: S. Luigi
M. Grignion de Montfort, Regola dei Sacerdoti Missionari della Compagnia di Maria,
§§ 61-65 passim