Santità dell’umanità di Gesù Ostia del suo sacrificio
P. SILVIO MARIA GIRAUD
MISSIONARIO DELLA SALETTE
SACERDOTE E OSTIA
È necessario che la Vittima sia santa. Senza un tal carattere, come potrebbe essere offerta al Dio tre volte santo? Perciò, nell’Antico Testamento, anche per gli animali destinati al Sacrificio, si esigeva una specie di santità, tutta esteriore s’intende, ma indispensabile (Lv 3, 22, ecc.).
Nella Legge nuova, chiunque si presenta a Dio e vuole offrirgli il sacrificio di se medesimo nella carità, deve rigorosamente mettere in pratica la raccomandazione di san Paolo: «Vi supplico, per la misericordia di Dio, di fare dei vostri corpi un’ostia viva, santa, a Dio gradevole, come sacrificio e omaggio spirituale» (Rm 12, 1).
Ma questo sacrificio e quest’omaggio non hanno valore, agli occhi di Dio, se non per la unione con la Religione di GESÙ CRISTO. La santità di ogni vittima spirituale non può essere che una partecipazione della grande santità di GESÙ CRISTO che è l’esemplare, la fonte e anche la sostanza di ogni santità. GESÙ solo è la Vittima santa. «Egli è il sacerdote santo e santificatore, dice s. Agostino; e la Vittima ch’Egli offre, e che non è altro che Lui stesso, è santa e pura. O Vittima beata! O vera Vittima! Ostia immacolata! Non gli abbiamo dato noi ciò che ha offerto, ma lo ha preso da noi e lo ha purificato, indi lo ha offerto. Perché la carne che Egli ha preso da noi è quella ch’Egli ha offerta; ma donde l’ha presa? Dal seno di Maria Vergine, affinché potesse offrire una Vittima pura a favore di noi tutti che eravamo impuri» (In Ps. 149).
Procuriamoci dunque la gioia di considerare la Santità della nostra Vittima. (altro…)